Bloodborne: la recensione!
"Welcome to the Dream, Hunter!"
Bloodborne: il celebre videogame diventa un gioco da tavolo!
La sua uscita in Italia è prevista per Luglio 2021 e la localizzazione è nelle mani di Asmodee. Siete curiosi? Volete vederlo in anteprima? Bene!! N.E.R.O. Nerding è lieta di presentarvi la sua personalissima recensione. Il Kickstarter ci è arrivato ad inizio 2021, un buon numero di miniature sono state dipinte e diverse partite sono state giocate. Si parte!
CHE TIPO DI GIOCO E'
Bloodborne è un gioco da tavolo cooperativo per un massimo di quattro persone, targato CMON. I giocatori vestono i panni dei Cacciatori, carismatici guerrieri che cercano di liberare la città di Yharnam da una misteriosa invasione di mostri che l'affligge.
Ecco un paio di Cacciatori: le miniature sono leggermente più piccole dello standard di CMON |
Lo scopo del gioco è riuscire a completare le missioni entro il limite di turni stabilito. Riusciranno i nostri Cacciatori a risolvere i misteri che avvolgono questa tetra città, oppure verranno sopraffatti dalle entità mostruose?
La scatola base del gioco offre ben quattro campagne narrative. Ogni campagna è suddivisa in tre capitoli: ciascun capitolo è una partita dalla durata di circa un paio di ore. Se la squadra di Cacciatori riesce a vincere il capitolo allora si passa al successivo, altrimenti... si inizia la campagna da capo.
Ebbene sì, per completare una campagna dovrete vincere tre partite consecutive. Saranno partite medio-lunghe e molto tattiche, in cui ciascun Cacciatore crescerà di forza grazie ai potenziamenti acquisiti durante il gioco.
La mappa si crea giocando: questo sì che è un dungeon crawler! |
Vediamo alcune meccaniche che contraddistinguono il gioco:
-E' un vero dungeon crawler: le tessere che comporranno la mappa di gioco vengono mischiate e posizionate a faccia in giù proprio come un mazzo di carte. I personaggi, esplorando, pescheranno una tessera e la posizioneranno sul loro cammino. Una meccanica già vista, ma molto divertente che rende la mappa sempre diversa.
-Un po' librogame: giocando ho proprio avuto l'impressione di fare un tuffo nel passato quando mi cimentavo nei librigame. La definizione delle missioni e tutta la narrazione è affidata ad un mazzo specifico per ogni campagna, dove le carte numerate sono come le pagine di un libro. "Se fai questo, rivela la carta X, se invece fai quest'altro rivela la carta Y". In certe fasi avanzate di alcune missioni inizia a diventare difficile tenere traccia e ricordarsi di tutte le regole speciali sbloccate, ma rimane una modalità di gioco molto evocativa.
-Non ci sono dadi: l'alea è ridotta all'osso, tutte le azioni vengono decise con le carte. Questa è una meccanica davvero interessante ed è sicuramente il cuore pulsante di Bloodborne. Gestire la vostra mano di carte e armonizzarla con le capacità della vostra arma sarà la chiave della vittoria. Una volta che i Cacciatori saranno abbastanza potenziati potrete costruire i vostri mazzi per annullare quasi del tutto la poca casualità nel pescare carte. Ogni mossa va ragionata, ogni nemico va affrontato nel modo giusto. Non esistono prede piccole, o almeno non all'inizio della campagna senza potenziamenti!
-Turni di gioco limitati: chi conosce la lore di Bloodborne sa che la morte non ferma i Cacciatori (YOU DIED!), che invece tornano in una dimensione parallela chiamata "Il Sogno". Si può tornare anche volontariamente nel Sogno per potenziare il proprio mazzo di carte in maniera proporzionale alla quantità di nemici sconfitti.
Per definire il successo o la sconfitta dei nostri eroi il gioco utilizza un sistema di turni limitati: se il capitolo non viene concluso entro il termine ultimo sopraggiunge la fine! La corsa contro il tempo viene accelerata quando un Cacciatore torna nel Sogno (volontariamente o meno) e c'è da considerare che ogni tot turni di gioco i mostri e gli elementi di gioco si "resettano": i bottini raccolti tornano disponibili e i modelli nemici tornano nei loro spazi iniziali (che siano stati eliminati o no).
Come nel videogame, queste lampade sono un collegamento con il Sogno |
COSA MI PIACE
-Il sistema di combattimento: è
fatto molto bene. Scegliere quale carta giocare su quale slot libero della
propria arma è una delle scelte più difficili ma anche più frequenti da
fare. Il sistema di regole simula lo scambio di colpi tra eroe e mostro, dando
l’idea molto veritiera di un combattimento da videogame in cui le mosse
avvengono quasi in contemporanea e solo chi riesce ad anticipare il
nemico prevale. Le regole non sono facilissime da imparare, ma dopo qualche applicazione
pratica scorrerà tutto liscio (la complicazione più grande all’inizio è capire
bene la differenza tra gli effetti difensivi di “Dodge” e “Stagger” che
probabilmente in italiano verranno tradotti con termini simili a “Schivare” e
“Stordire”).
-Miniature: semplicemente top.
Sembra una frase ricorrente di tutte le mie recensioni, ma in realtà una volta
c’è stato un gioco in cui mi sono lamentato della qualità delle miniature, lo
giuro!
The Cleric Beast: modello fantastico da vedere, divertente da dipingere... |
-Longevità: Bloodborne vi offrirà
tante ore di gioco. E’ difficile vincere ciascuna campagna al primo tentativo,
questo vuol dire che farete tante partite: facendo un conto in una simulazione
semplificata, se doveste perdere anche solo la seconda partita di ogni campagna,
per completarle tutte dovreste giocare 20 partite.
COSA NON MI PIACE
-Longevità: vi giuro che non vi sto prendendo in giro! La longevità è un’arma a doppio taglio quando il gioco diventa ripetitivo. E credetemi, se inizierete a perdere un paio di partite sarà inevitabile, visto che dovrete ricominciare la campagna dall’inizio.
Capisco che abbiano voluto farlo punitivo come il videogioco, ma così è troppo. Un conto è spendere ore e ore da soli davanti ad una console, un altro è cercare di organizzare così tante sessioni di gioco con gli amici per finire una campagna.
-Longevità: vi giuro che non vi sto prendendo in giro! La longevità è un’arma a doppio taglio quando il gioco diventa ripetitivo. E credetemi, se inizierete a perdere un paio di partite sarà inevitabile, visto che dovrete ricominciare la campagna dall’inizio.
Capisco che abbiano voluto farlo punitivo come il videogioco, ma così è troppo. Un conto è spendere ore e ore da soli davanti ad una console, un altro è cercare di organizzare così tante sessioni di gioco con gli amici per finire una campagna.
... tosto da sconfiggere! (soprattutto in quattro, visto che molti dei suoi attacchi si risolvono su bersagli multipli) |
-Meccaniche moderne e belle, ma
non tutte: ve ne cito un paio.
La prima è sicuramente quella del “reset”. Avrei apprezzato un classico “spawn” dei nemici invece di resettare posizione e punti vita dei nemici ogni tot turni. Si creano situazioni come quella in cui un nemico contro cui state combattendo vi sparisce da davanti gli occhi o altre cose bizzarre di questo genere, molto poco spiegabili a livello di ambientazione. Non l’ho proprio digerita.
La seconda è quella dell’IA. Una regola che appena letta mi ha fatto esclamare “che figata!” e di cui poi in partita mi sono ricreduto è quella che, in casi in cui i giocatori abbiano la possibilità di scelta, i nemici vanno attivati nella maniera in cui darebbero più filo da torcere. Sembrava un ottimo modo per rendere il gioco ancora più sfidante, ma si è rivelato solamente una complicazione inutile.
I collaborativi solitamente scorrono veloci perché i giocatori si alleano contro un sistema di regole (o automa, o IA) che attiva e muove i nemici in modo univoco e non interpretabile. Invece in Bloodborne ci siamo fermati più volte a pensare quale sarebbe stata la mossa che ci avrebbe ostacolato di più, allungando e complicando ancora di più il gioco. Intendiamoci, non capita spesso ma è una meccanica che avrei evitato di mettere così da snellire un gioco che già così com’è non è proprioproprio adatto a tutti.
IL DADOMETRO
Bloodborne è un gioco che unisce strategia e narrazione, con meccaniche ben studiate che appagheranno coloro che cercano una vera sfida ludica di intelletto.
Risulta infatti difficile e punitivo come il celebre videogioco ed ogni errore vi costerà caro: dovrete vincere tre partite consecutive se volete arrivare alla fine della campagna!
A mio avviso la componente narrativa e le “sorprese” si scontrano male con la difficoltà del gioco. Basta un avvenimento inaspettato per perdere la partita e di conseguenza tutta la campagna. Divertente, ma fino ad un certo punto.
Se siete amanti delle lunghe sfide tattiche e/o del videogame, non potete perdervi questo titolo!
La prima è sicuramente quella del “reset”. Avrei apprezzato un classico “spawn” dei nemici invece di resettare posizione e punti vita dei nemici ogni tot turni. Si creano situazioni come quella in cui un nemico contro cui state combattendo vi sparisce da davanti gli occhi o altre cose bizzarre di questo genere, molto poco spiegabili a livello di ambientazione. Non l’ho proprio digerita.
La seconda è quella dell’IA. Una regola che appena letta mi ha fatto esclamare “che figata!” e di cui poi in partita mi sono ricreduto è quella che, in casi in cui i giocatori abbiano la possibilità di scelta, i nemici vanno attivati nella maniera in cui darebbero più filo da torcere. Sembrava un ottimo modo per rendere il gioco ancora più sfidante, ma si è rivelato solamente una complicazione inutile.
I collaborativi solitamente scorrono veloci perché i giocatori si alleano contro un sistema di regole (o automa, o IA) che attiva e muove i nemici in modo univoco e non interpretabile. Invece in Bloodborne ci siamo fermati più volte a pensare quale sarebbe stata la mossa che ci avrebbe ostacolato di più, allungando e complicando ancora di più il gioco. Intendiamoci, non capita spesso ma è una meccanica che avrei evitato di mettere così da snellire un gioco che già così com’è non è proprioproprio adatto a tutti.
Bloodborne è un gioco che unisce strategia e narrazione, con meccaniche ben studiate che appagheranno coloro che cercano una vera sfida ludica di intelletto.
Risulta infatti difficile e punitivo come il celebre videogioco ed ogni errore vi costerà caro: dovrete vincere tre partite consecutive se volete arrivare alla fine della campagna!
A mio avviso la componente narrativa e le “sorprese” si scontrano male con la difficoltà del gioco. Basta un avvenimento inaspettato per perdere la partita e di conseguenza tutta la campagna. Divertente, ma fino ad un certo punto.
Se siete amanti delle lunghe sfide tattiche e/o del videogame, non potete perdervi questo titolo!
Voto: 4 su 6
SENZA DUBBIO UN BEL GIOCO!
-Dado
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